Da un po’ di tempo mi è venuta la curiosità di sapere chi sono i proprietari di queste ormai famosissime case farmaceutiche americane che hanno inondato tutti gli Stati del mondo con i loro vaccini di nuova generazione.
Quindi sto parlando di: – Pfizer – Moderna – Johnson & Johnson.
Inoltre, per motivi che spiegherò a breve, ho esteso la ricerca anche a: -Alphabet, proprietaria di Google, proprietaria di Youtube -Facebook.
Ebbene tutte queste società sono di proprietà di BlackRock, Vanguard Group e State Street, quali azionisti di maggioranza, più altre società finanziarie “minori” americane (fonte: Sole 24 Ore, Corriere della Sera[1] e Yahoo Finanza).
Anche la società biofarmaceutica svedese-britannica AstraZeneca[2] è presidiata massicciamente da Vanguard e Wellington (collegata a Vanguard) e partecipata, tra le altre, da Goldman Sachs e Bank of America.
Soltanto BlackRock, che è la più grande società d’investimento del mondo, gestisce risparmi e asset finanziari per 8.676 miliardi di dollari a fine dicembre 2020[3] (circa 7.230 Mld di euro), che è più del PIL di Germania, Francia e Italia messe insieme, sempre a dicembre 2020, pari a 8.343 Mld di dollari (fonte: Trading Econimics).
In Italia ha importanti partecipazioni in Unicredit, Intesa SP, MPS, Atlantia e altre società.
Perciò BlackRock è stata anche definita la “banca mondiale ombra” o “roccia invisibile”.
La “Trinità che comanda il mondo”, come l’ha definita Franco Fracassi in un famoso video di ME+ di luglio 2019[4], dove Fracassi dice, tra l’altro, che:
– nel 2021 (che ormai sta finendo), questi tre fondi di investimento gestiranno insieme una massa di denaro – denaro vero non denaro farlocco della finanza – pari a 25.000 Miliardi di Euro, che equivale ad un terzo dell’intero reddito (PIL) del pianeta.
– Inoltre i principali azionisti di BlackRock sono Vanguard e State Street, i principali azionisti di Vanguard sono BlackRock e State Street e i principali azionisti di State Street sono BlackRock e Vanguard. “E’ come Dio, uno e trino”; questa unica società, che poi sono tre, tra due anni (cioè oggi) avrà la proprietà di un terzo dell’intero pianeta.
Tra parentesi (si fa per dire) segnalo che la “Triade” (come preferisco chiamarla laicamente) possiede anche la Apple, la Microsoft, Amazon, Tesla e Netflix, solo per parlare delle più grandi e note società del mondo.
Questo tanto per chiarire con quale gigante finanziario-economico abbiamo a che fare.
A questo punto, però, mi sorge un dubbio. Ma non è che le famose “regole della community” tanto care a Facebook e Youtube, che oscurano con grande solerzia chi parla male dei vaccini sperimentali Pfizer e Moderna, hanno qualcosa a che fare con la tutela degli interessi economici della Triade o “Trinità che comanda il mondo”?
Da questo quadro, molto positivo per la grande finanza ma molto negativo per i lavoratori, potrebbe sembrare che per gli Stati e i popoli ormai i giochi sono fatti, nel senso che il neoliberismo sotto forma di “finanzcapitalismo” ormai domina incontrastato in quasi tutto il mondo, compresa l’Europa targata BCE – Euro – Commissione Europea (un’altra triade). Ma in realtà è così solo nella misura in cui i popoli e gli Stati restano dormienti e anestetizzati da questa situazione e asserviti alle teorie neoliberiste[5], che sinteticamente potrebbero essere chiamate anticostituzionaliste.
Non è mai troppo tardi per un risveglio che deve basarsi su un ritorno importante dello Stato all’economia, come vuole la nostra Costituzione (artt. 1, 2, 3 e 4 Cost.): diritto al lavoro per tutti i cittadini e dovere dello Stato di assicurare la piena occupazione. Se lo Stato “promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” (art. 4), ossia il diritto al lavoro, non può estraniarsi dall’economia, come vorrebbero i liberisti e la Commissione europea (es. divieto di aiuti di Stato, rapido ritorno all’equilibrio di bilancio nel 2023, mantenimento di un elevato tasso di disoccupazione intorno al 10 – 11%, in modo da evitare aumenti dell’inflazione e dei salari [6]), ma deve intervenire in modo massiccio nella realtà economica e sociale del Paese. Ciò anche tenuto conto dell’alto livello di disoccupazione esistente, del livello spesso troppo basso di stipendi e pensioni e delle mille cose che lo Stato e gli enti locali devono fare e/o sistemare: sanità, scuola, lavori pubblici, infrastrutture, servizi pubblici, pensioni, assistenza sociale, sistemazione del territorio dai dissesti idrogeologici, zone terremotate, sicurezza pubblica, edilizia pubblica, viabilità, ecc..
Ma tutte queste belle cose non si possono fare con una moneta a debito per di più emessa da un ente esterno allo Stato, ma richiedono necessariamente il recupero della Sovranità monetaria nazionale, cosa che può essere fatta anche restando nella UE, come dimostrano gli otto Stati appartenenti alla UE che hanno mantenuto la propria moneta.
Tanto per scomodare un uomo che in economia era sicuramente ferrato e che di certo non può essere accusato di essere un comunista, J. M. Keyenes sosteneva che[7]:
- il mercato assomiglia molto ad un gioco d’azzardo;
- il capitalismo, quando viene lasciato a sé stesso, è soggetto a squilibri gravi e imprevedibili;
- il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. Inoltre spreca una quantità enorme di risorse nella lotta per la concorrenza;
- il capitalismo è un cavallo imbizzarrito da domare;
- nel lungo periodo non ci sarà nessun riequilibrio automatico e poi “nel lungo periodo saremo tutti morti”;
- lo Stato deve guidare l’economia attraverso precise politiche monetarie e fiscali poiché i mercati non sono sempre in grado di raggiungere equilibri efficienti da soli, ma anzi il più delle volte falliscono. La disoccupazione di massa ne è l’esempio più evidente.
- lo Stato perciò dovrebbe fare ciò che l’economia privata, da sola, non riesce a fare, ossia i lavori pubblici come antidoto alla crisi: strade, ferrovie, case. Oggi potremmo aggiungere: banda larga, assetto del territorio, energie verdi. Tutti questi investimenti pubblici non solo aumenterebbero la domanda, ma occuperebbero anche direttamente centinaia di migliaia o milioni di persone. E’, in effetti, la ricetta che il Presidente Roosevelt applicò per affrontare e superare la Grande Depressione iniziata nel 1929.
L’alternativa tra la visione costituzionale dello Stato, chiaramente keynesiana in economia, e quella neoliberista è l’alternativa tra uno Stato che funziona e che si preoccupa del benessere dei suoi cittadini e uno Stato che non riesce neppure a garantire l’ordinaria amministrazione e l’unica cosa che può garantire è la trasformazione della nazione in una terra di conquista per le multinazionali [8], nonché alta disoccupazione, povertà generalizzata e crescente e fuga all’estero dei nostri ragazzi.
Valutate un po’ voi cosa ci conviene.